lunedì 11 aprile 2011

Albo e Ordine degli Archeologi in Italia

Citiamo anzitutto da Wikipedia alcune nozioni che è fondamentale conoscere:
<<l’albo professionale è un registro in cui sono raccolti i nomi e i dati di tutte le persone abilitate ad esercitare una professione regolamentata dalla legge. Le leggi statali impongono l’obbligo di iscrizione ad uno specifico albo, per poter svolgere determinate attività, in particolare là dove entrano in gioco la salute e la sicurezza dei cittadini. In Italia esistono diversi ordini ed albi professionali a cui si accede, solitamente, mediante il possesso di uno specifico titolo di studio, unito ad un eventuale periodo di praticantato, al superamento di un apposito esame di stato e al possesso di determinati requisiti morali, come avere la fedina penale immacolata. … Gli iscritti ad un albo sono riconosciuti come professionisti che svolgono attività ad elevato contenuto intellettuale ed hanno l’obbligo di iscriversi ad apposite Casse previdenziali a vantaggi degli iscritti. L’iscrizione all’albo è fondamentale soprattutto per chi intende svolgere la libera professione, in quanto consente di firmare progetti, perizie, consulenze, certificazioni, ecc., la cui mancanza è punibile penalmente. [Continua]

Per albo, infatti, s’intende propriamente l’elenco degli iscritti all’ordine … Il legislatore ha posto il concetto di albo alla base del concetto di ordine, perché non può esistere un ordine senza albo, mentre può esistere un albo senza ordine. …
Nell’ordinamento italiano l’ordine professionale è l’istituzione di autogoverno di una professione riconosciuta dalla legge, avente il fine di garantire la qualità delle attività svolte dai professionisti; ad essa lo Stato affida il compito di tenere aggiornato l’albo e il codice deontologico, tutelando la professionalità della categoria. Gli ordini sono enti pubblici posti sotto la vigilanza del Ministero della Giustizia. La denominazione di ordine professionale viene di solito usata in relazione a quelle professioni per le quali è richiesto un titolo di studio di livello non inferiore alla laurea …, oltre ovviamente al superamento del relativo esame di abilitazione. Invece per le professioni per le quali è sufficiente un diploma di scuola secondaria superiore si usa di solito la denominazione di collegio professionale.>>
Ancora grazie a Wikipedia vediamo dunque quali sono i compiti di un ordine professionale:
<<La funzione di autogoverno di un ordine si esprime in adempimenti quali:
 Il governo deontologico della professione riguardo comportamenti censurabili del professionista che non rientrano nella legge ordinaria, nei quali casi possono essere disposte sanzioni proprie, o sussidiarie, come l’ammonimento, la sospensione e la radiazione;
 La tenuta e revisione dell’Albo degli iscritti;
 La tutela delle funzioni proprie della professione, attraverso la segnalazioni di abusi alla magistratura, ai sensi dell’art. 348 c.p.;
 La partecipazione alle Commissioni di esame di Stato per l’abilitazione di un aspirante all’iscrizione;
 Rappresentanza degli interessi degli iscritti, anche attraverso l’espressione di pareri su materie che riguardano la categoria nei confronti di Enti e Istituzioni pubbliche;
 Gli atti di profilo amministrativo come il visto di congruità su fatture rilasciate dal professionista a clienti, e non pagate. La fattura diviene in tale circostanza un “titolo esecutivo” suscettibile di esazione anche coattiva.>>

Fatte tali premesse è bene sapere che, per citare solo alcuni esempi, l’Ordine degli Ingegneri e degli Architetti è stato istituito dalla Legge 24 giugno 1923, n. 1395; che quello dei Geometri, dei Periti Agrari e Periti Industriali si riporta al Regio Decreto 11 febbraio 1929, n. 274, recentemente aggiornato; che l’Ordine dei Farmacisti è datato alla Legge 2 aprile 1968, n. 475 mentre l’Ordine dei Dottori Commercialisti data al Decreto Legislativo 8 giugno 2005, n. 139.
Come possiamo di conseguenza osservare, tutte quelle professioni basate su di un titolo di laurea, le quali in Italia erano da sempre unanimemente note per la loro fondamentale importanza sul piano culturale, sociale ed economico hanno ricevuto, nel corso del tempo, il riconoscimento di tale importanza tramite l’istituzione, per legge dello Stato, di un albo e di un ordine professionali.
Non figura tra queste professioni quella dell’Archeologo.
Dobbiamo chiederci quali siano state le cause di tale assenza, in primo luogo. Dovremo tuttavia analizzare anche l’attuale situazione dei Beni Culturali in Italia, allo scopo di analizzare i punti in comune tra la figura professionale dell’archeologo e quelle figure professionali che già dispongono di un Ordine.
Le cause della mancata esistenza di un Ordine degli Archeologi sono presto dette: l’archeologia fino ad oggi in Italia è stata unico appannaggio dello Stato tramite la lobby dei burocrati della Soprintendenza ai Beni Archeologici, e della massoneria tramite la lobby dei professori universitari. Questo stato di cose è dimostrato dall’utilizzo che fino ad oggi è stato fatto del bene archeologico dagli stessi organi di Soprintendenza (aleatorietà legislativa delle prescrizioni) e dalle Università (apertura di parchi archeologici). Non dimentichiamo che ispettorati di Soprintendenza e cattedre universitarie archeologiche sono due ambiti interdipendenti tra loro.
L’attuale situazione dei beni archeologici tuttavia è giunta ad un punto critico, in quanto lo sfacelo in cui versa il settore dovrebbe ormai indurre la seguente domanda: vogliamo insieme al nostro passato vedere sfumare anche il nostro futuro, quello di una generazione di archeologi professionisti che potrebbe capovolgere l’attuale situazione di degrado dell’archeologia, un degrado insieme culturale, sociale, economico, professionale, facendola diventare una situazione di eccellenza?
In effetti non si comprende il motivo per cui l’archeologo non dovrebbe disporre di un proprio ordine: in un paese come l’Italia nel quale il settore archeologico, per le potenzialità professionali (sia di ambito edilizio sia per la valorizzazione turistica su base economica), dovrebbe essere considerato un settore altamente strategico, proprio in Italia
si dovrebbe anche ritenere di fondamentale importanza che venisse promulgata una legge per la costituzione finalmente di un apposito Ordine degli Archeologi.
In comune con le altre figure professionali fornite di ordine stanno, infatti, numerose ed ineliminabili componenti: in primo luogo, l’archeologo è una figura di laureato, la quale porta con sé, nell’espletamento del proprio lavoro, un fattore di elevata specializzazione professionale e di alto contenuto intellettuale, ben al di là della presunta “direzione scientifica” degli ispettorati della Soprintendenza.
In secondo luogo gli archeologi, in particolare i titolari di ditte ed i loro “responsabili di lavorazione” di fiducia, già oggi firmano (i primi con pieno valore legale e professionale) le Valutazioni d’Impatto Archeologico, le Carte delle potenzialità del Rischio Archeologico, le Relazioni di sondaggio e scavo archeologico, nonché progetti di vario genere per la Committenza e la Soprintendenza dunque, in una parola, una serie di importanti documenti la cui mancanza è punibile penalmente.
Certamente gli archeologi giovani laureati oggi lamentano di scontare pesantemente lo sfruttamento professionale di cui sono oggetto nella maggior parte delle ditte archeologiche. Ma dobbiamo cominciare a capire che assai più grave di questo è la scarsa o mancata conoscenza di una metodologia alla base degli studi e dei lavori, che in Italia oggi altro non può essere che l’Archeologia Globale del territorio per come descritta dal Professor Tiziano Mannoni, massimo metodologo archeologo del nostro paese.
Fino a quando gli archeologi non metteranno questa metodologia alla base della professione dell’archeologo gli stessi rimarranno degli operai di cantiere, costretti non avendo Partita Iva ai Contratti a Progetto, veri strumenti di operaizzazione della classe degli archeologi laureati. Ma allora perché gli archeologi non fanno il primo passo nella giusta direzione prendendo la Partita Iva e riconoscendo l’importanza della metodologia globale del territorio?
Certamente una delle sfide dei prossimi governi sarà la promulgazione di una legge che costituisca un Ordine degli Archeologi. Se questo non si avrà, avremo il mancato riconoscimento di uno dei maggiori settori strategici della nostra nazione. Dobbiamo però cominciare a capire tutti insieme che il traguardo dell’ordine professionale è il punto di arrivo di un lungo percorso, che per primi devono cominciare a percorrere gli archeologi, non è certamente un punto di partenza, e soprattutto non è certo sufficiente stare a scavare dentro i cantieri affinchè tutto questo abbia inizio.

Nessun commento:

Posta un commento